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Appunti universitari condivisi: ingegneria civile

L-7 - Ingegneria civile e ambientale - Politecnico di Milano

Nell'attuale società industriale le costruzioni, le opere idrauliche e le reti infrastrutturali sono tra i beni durevoli più importanti, sia per il loro valore intrinseco, sia per il ruolo funzionale che esse rivestono nello sviluppo economico e sociale di un paese. Nell'industria delle costruzioni, l'Ingegnere Civile cura la concezione, la progettazione, la verifica, la costruzione, l'esercizio e la manutenzione di edifici, di luoghi di riunione, di strutture e impianti industriali e di produzione dell'energia, di strade, gallerie, ponti, dighe e di sistemi di gestione delle acque.

La realizzazione di queste opere richiede il soddisfacimento di livelli di sicurezza e funzionalità sempre più elevati; comporta inoltre l'utilizzo di risorse naturali ed il consumo di energie che condizionano in modo rilevante l'economia e l'ambiente ed i cui effetti si proiettano nel tempo, coinvolgendo più generazioni. Tra le responsabilità dell'Ingegnere Civile vi è pertanto anche quella di operare in modo che ogni processo di crescita si sviluppi secondo canoni sostenibili.

Nella sua moderna impostazione, la formazione dell'Ingegnere Civile iniziò in Milano con la nascita dell'”Istituto Tecnico Superiore di Milano”, istituito col R.D. del 13 Novembre 1862. A seguito del R.D. 2102 del 30 Settembre 1923, ”Ordinamento della Istruzione Superiore”, la formazione universitaria fu inquadrata in “Facoltà” e “Scuole di Ingegneria e di Architettura”, portando all'istituzione della “Regia Scuola di Ingegneria di Milano (Regio Politecnico)”. In quel contesto, la struttura dei diversi corsi di studio, compreso quello in Ingegneria Civile, si ispirava all'impostazione consolidatasi in Europa tra ‘800 e ‘900, che prevedeva un biennio formativo, dedicato all'insegnamento della matematica e delle scienze, ed un triennio dedicato alle discipline specifiche dell'Ingegneria. Si mirava in tal modo ad una formazione progressiva, intesa ad educare al rigore ed alla capacità di astrazione ed a formare figure professionali capaci di tradurre i concetti in opere materiali, con senso di responsabilità e spirito di innovazione.

I profondi mutamenti della società e dell'impostazione del lavoro verificatisi negli ultimi decenni hanno indotto quasi tutti i paesi ad un riordino dell'assetto degli studi. In Europa era particolarmente sentita l'esigenza di armonizzare tra loro le diverse normative nazionali, di favorire la mobilità dei laureati nei paesi della Comunità e di consentire un più rapido inserimento nel lavoro. Per tali motivi, col D.M. 03/11/99, n. 509, fu introdotto un livello di formazione intermedio che desse la possibilità di iniziare a lavorare dopo una Laurea ottenuta con tre anni di studio, che riducesse il numero il numero degli abbandoni e che meglio si adeguasse a specifiche realtà territoriali.

In base a tale impostazione, il tradizionale Corso di Studio in Ingegneria Civile della durata di cinque anni è stato riordinato su due livelli: un primo livello, denominato Laurea in Ingegneria Civile e della durata di tre anni, ed un successivo secondo livello, denominato Laurea Magistrale, della durata di due anni.

In coerenza con questa impostazione è stato variato anche l'ordinamento della Professione di Ingegnere, con la definizione degli ambiti di responsabilità nei quali i due livelli di Laureati, junior e magistrale, possono svolgere la loro attività.

Col riordino dei Corsi di Studio, l'impianto originale, che attribuisce grande rilievo alla formazione di base a forte contenuto matematico e scientifico, è rimasto immutato. L'esperienza passata ha infatti dimostrato che proprio grazie a questo tipo di formazione culturale l'Ingegnere del Politecnico ha potuto facilmente inserirsi nel contesto internazionale, operando, con generale apprezzamento a livello professionale, industriale ed accademico. L'adeguamento ai due livelli di laurea è quindi consistito principalmente nel rimodulare la distribuzione dei contenuti di alcune discipline, anticipando al terzo anno l'acquisizione delle competenze necessarie per completare la formazione di primo livello, ovvero gli elementi fondanti della geotecnica, della tecnica delle costruzioni, delle costruzioni idrauliche e delle infrastrutture viarie.

L'accertamento obbligatorio di una buona conoscenza della lingua inglese sottolinea la vocazione internazionale dell'Ingegnere Politecnico.

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Sbocchi lavorativi
Tecnici delle costruzioni civili e professioni assimilate - (3.1.3.5.0)
Tecnici dell'esercizio di reti idriche e di altri fluidi - (3.1.4.2.2)
Tecnici della gestione di cantieri edili - (3.1.5.2.0)