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Appunti universitari condivisi: ingegneria dei materiali e delle nanotecnologie

L-9 - Ingegneria industriale - Politecnico di Milano

Lo sviluppo dei materiali si affianca da sempre all'evoluzione tecnologica della nostra società: fin dall'antichità l'uomo ha imparato dapprima ad utilizzare i materiali forniti della natura per le proprie esigenze di sopravvivenza e poi è riuscito a trasformarli in prodotti nuovi, come ad esempio i tessuti fatti di fibre intrecciate, superfici flessibili e resistenti create per soddisfare il bisogno di protezione. Gli antichi egizi aggiungevano paglia all'impasto di argilla per fabbricare mattoni da costruzione, mostrando di sapere impiegare materiali diversi in sinergia tra loro per realizzare quello che oggi si chiamerebbe un materiale composito. Ciò che caratterizza i materiali moderni, tuttavia, è la capacità di ottenere prodotti con struttura e proprietà controllate alla scala micrometrica e, in tempi molto più recenti, anche alla scala nanometrica utilizzando le cosiddette nanotecnologie. Le aziende più competitive investono notevoli risorse umane ed economiche sui materiali e sui processi produttivi per trovare nuove soluzioni progettuali con cui far fronte alle sempre nuove esigenze del mercato. I criteri con cui vengono sviluppate tali soluzioni dipendono dalla conoscenza approfondita dei materiali e del loro comportamento, e questo saper fare è proprio dell'ingegnere dei materiali.
La laurea in Ingegneria dei Materiali al Politecnico di Milano ha una tradizione risalente alla metà degli anni '80: nell'ultimo decennio, in particolare, essa si è trasformata profondamente per adeguarsi alle esigenze di una moderna scuola di Ingegneria. In occasione della più recente riforma degli studi universitari (anno accademico 2008-2009) il corso di studi è stato modificato per offrire, accanto alle discipline classiche dell'Ingegneria dei Materiali, anche nuovi insegnamenti nell'area dei nanomateriali e delle nanotecnologie. Il corso di studi offre ora, a livello del terzo anno, dei percorsi formativi che preparano allo svolgimento di un lavoro progettuale (laboratorio) sotto la guida di docenti esperti del settore. Questa attività di laboratorio consente di preparare l'elaborato di tesi che sarà discusso davanti ad una apposita commissione in sede di laurea.
Il corso di laurea di secondo livello (laurea magistrale) è una delle pochissime proposte presenti nel Nord Italia; esso costituisce perciò un punto di riferimento per tutti i laureati di discipline scientifiche e tecniche orientati ad una specializzazione nel campo dei materiali. Il regolamento didattico della laurea di secondo livello è stato articolato per aree tematiche che vanno dalle tecnologie produttive alle applicazioni strutturali e funzionali dei materiali in modo da incoraggiare l'allievo a costruire autonomamente il suo percorso formativo per assecondare le proprie inclinazioni e aspirazioni professionali. Questa flessibilità permette anche ai laureati provenienti da altre lauree scientifiche di recuperare eventuali lacune formative rapidamente e senza eccessivo aggravio in termini di crediti aggiuntivi da acquisire. Per coloro che desiderino completare la loro formazione nella prospettiva di un'attività di ricerca accademica o industriale è infine a disposizione presso il Politecnico di Milano anche un Dottorato di Ricerca in Ingegneria dei Materiali, della durata di tre anni.
A partire dall'anno accademico 2008-2009 il corso di laurea, come già detto, ha assunto la nuova denominazione di Ingegneria dei Materiali e delle Nanotecnologie. Questo rilevante ampliamento dell'offerta formativa offre agli allievi l'opportunità di entrare in contatto fin da subito con i più recenti progressi nel campo dell'ingegneria dei materiali, che trovano applicazione non solo nella ricerca ma anche in numerosi prodotti industriali. Al laureato si offrono così maggiori opportunità di carriera in tempi rapidi e in settori molto numerosi e diversificati. Il regolamento didattico della laurea di primo livello in Ingegneria dei Materiali e delle Nanotecnologie adotta uno schema flessibile sul modello di quanto già sperimentato per la laurea di secondo livello in Ingegneria dei Materiali. Nei primi due anni l'allievo apprende i fondamenti delle discipline scientifiche e dell'ingegneria dei materiali con un percorso unico, mentre a partire dal terzo anno lo studente avrà a disposizione dei pacchetti di esami a scelta che consentiranno l’approfondimento delle conoscenze nei campi dell’ingegneria del trattamento delle superfici, delle nanotecnologie, dell’ingegneria dei materiali polimerici, delle tecnologie e della progettazione.
Qualunque sia la sua scelta, l'allievo avrà comunque acquisito al termine del percorso di studi di primo livello solide basi di tecnologia dei materiali che gli permetteranno di affrontare con competenza le tematiche legate alla gestione dei processi produttivi e della trasformazione dei materiali, con un profilo professionale da "tecnologo di produzione" dei materiali e/o dei manufatti. La centralità degli aspetti tecnologici e di prodotto che caratterizza la preparazione nella laurea di primo livello in Ingegneria dei Materiali e delle Nanotecnologie si concretizza nello svolgimento di un lavoro progettuale all'interno del laboratorio finale, nel quale le tematiche legate alle tecnologie, alle applicazioni e al progetto sono affrontate dal punto di vista anche pratico allo scopo di sviluppare attraverso la pratica una mentalità più vicina a quella del mondo del lavoro. Alle modalità di apprendimento tradizionale (lezioni ed esercitazioni) si affiancano così attività di laboratorio, di progetto e di stage, svolte individualmente o in gruppo e spesso in collaborazione con importanti industrie di settore. I temi affrontati sono fortemente applicativi, mettono gli allievi in contatto con realtà aziendali e sono mirate anche al rafforzamento delle capacità trasversali (soft skill di tipo relazionale e cognitivo) fondamentali per l’inserimento nel mondo del lavoro.
Il numero degli allievi immatricolati, attestatosi negli ultimi anni intorno ai 200 all'anno, è adatto allo svolgimento di una didattica focalizzata alle specifiche richieste di gruppi di studenti. Il modello formativo flessibile, che si evolve per tenere conto sia dei progressi del sapere che delle aspirazioni e delle richieste degli studenti, riduce gli abbandoni e favorisce un maggior interesse e impegno nell'apprendimento nelle diverse materie offerte nei tre livelli del curriculum universitario. Le attività di apprendimento sono quantificate mediante il computo dei CFU (crediti formativi universitari) per ciascun corso inserito nel piano degli studi; i CFU vengono acquisiti dallo studente superando l'esame o con altre modalità di verifica. I CFU previsti per ogni anno di corso sono pari a 60 e per conseguire la Laurea lo studente deve avere ottenuto almeno 180 CFU; per la Laurea Magistrale sono necessari altri 120 CFU. Ulteriori e più approfondite informazioni possono essere reperite nella "Guida per l'orientamento agli studi universitari di Ingegneria", mentre i dettagli dei programmi degli insegnamenti con i relativi CFU sono disponibili al sito internet: http://www.ingindinf.polimi.it

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