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Appunti universitari condivisi: ingegneria aerospaziale Curriculum orientamento easa part 66

L-9 - Ingegneria industriale - Politecnico di Torino

Da oltre un secolo le attività aeronautiche e spaziali sono il più forte propulsore di ricerca e innovazione in campo ingegneristico. Una varietà impressionante di materiali leggeri e resistenti non sarebbe stata sviluppata se la costante attenzione alla riduzione del peso, tipica della progettazione in campo aerospaziale, non avesse fornito le motivazioni economiche per gli investimenti nella relativa ricerca. Allo stesso modo, una quantità estesa di oggetti di uso comune oggi divenuti indispensabili (dalle minicalcolatrici ai PC, dalle fotocamere digitali alle più avanzate tecniche di monitoraggio in campo medico) non esisterebbero se non grazie alla formidabile spinta alla miniaturizzazione che caratterizza i prodotti dell’industria spaziale.
Nata nella prima metà del XX secolo come la branca più avanzata dell’ingegneria meccanica, quella aerospaziale si è in seguito evoluta assumendo connotati propri. Senza rinunciare alle tradizionali capacità di progettazione dei componenti, tipica degli ingegnerie "classiche" (meccanica, elettrica, termica), nel corso dei decenni l’accento si è sempre più spostato sull’integrazione delle diverse discipline e sulla gestione delle loro interfacce all’interno del sistema costituito dall’intero aereo o da un modulo spaziale. E’ questo un processo in evoluzione verso dimensioni e complessità sempre maggiori, tant’è vero che si è iniziato a parlare di "sistemi di sistemi". L’insieme costituito dal sistema velivolo e dalle sue interazioni con altri sistemi (aeroportuali, navigazione e guida satellitare …) ne è un esempio; quello costituito dai sistemi che interagiscono all’interno della stazione spaziale internazionale (moduli abitati, di servizio, ecc …), nonché tra questa e i sistemi di terra è un altro. Si esprime ciò dicendo che l’ingegneria aerospaziale è una "ingegneria di sistema".
Per far corrispondere a questa visione una formazione adeguata, la sequenza tra i corsi di Laurea e di Laurea Magistrale in Ingegneria Aerospaziale segue uno schema comune ad altri corsi di studio europei omologhi. Il Corso di Laurea fornisce nei suoi primi due anni la formazione scientifica di base e quella ingegneristica trasversale, mentre nel terzo anno introduce gli studenti alle principali discipline che sono alla base dell’ingegneria aerospaziale. Queste vengono tutte approfondite nel primo anno del Corso di Laurea Magistrale, il cui secondo anno, invece, offre la scelta tra più formazioni specialistiche.
Caratteristica del terzo anno del Corso di Laurea è quello di essere offerto agli studenti in due versioni, la prima denominata "generalista" e la seconda "EASA Part66". In realtà ambedue forniscono una visione generale sulle discipline che formano la base dell’ingegneria aerospaziale: la differenza è che la caratterizzazione del primo percorso è più teorica, quella del secondo più tecnologico – applicativa e, come tale, richiede allo studente un più positivo atteggiamento verso le attività pratiche. Se la qualificazione accademica è identica (il titolo di studio rilasciato è unico e ambedue i percorsi permettono l’accesso al Corso di Laurea Magistrale sotto le stesse condizioni generali), il valore professionalizzante del percorso EASA Part66, grazie anche ad un tirocinio industriale obbligatorio, è più elevato e permette a chi lo desideri l’immediato inserimento nel modo del lavoro. Ciò è testimoniato non solo dal fatto che il 25% dei laureati che hanno seguito tale percorso ha un’occupazione (gli altri proseguono gli studi, secondo i dati di Alma Laurea), ma anche dal riconoscimento integrale ad esso concesso dall'Ente Nazionale per l'Aviazione Civile (ENAC), quale afferente all'European Agency for Safety in Aviation (EASA), ai fini dell'attribuzione ai laureati della Licenza di Manutentore Aeronautico Classe C, secondo la norma internazionale EASA Part 66. Al momento, in Italia, soltanto i laureati del Politecnico di Torino possono godere di tale riconoscimento. Per converso, il percorso generalista è esplicitamente finalizzato al proseguimento degli studi e non tenta di coniugare questo obiettivo al conseguimento anticipato di competenze spendibili sul mercato del lavoro.

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Sbocchi lavorativi
Ingegneri aerospaziali e astronautici - (2.2.1.1.3)