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Appunti universitari condivisi: conservazione e restauro dei beni culturali (abilitante ai sensi del d.lgs n.42/2004)

LMR/02 - Conservazione e restauro dei beni culturali - Università degli studi di Bologna

Il corso è finalizzato a formare il Restauratore di Beni Culturali (art. 29, co. 6,7,8,9 D. Lgs. 42/04 e successive modificazioni: D.M. 02.03.2011 art.1 co.2) e abilita alla professione Restauratore di Beni Culturali

Sede Ravenna

Il Corso forma il Restauratore di Beni Culturali (art. 29, co. 6,7,8,9 D. Lgs. 42/04 e successive modificazioni: D.M. 02.03.2011 art.1 co.2) e abilita alla professione di Restauratore di Beni Culturali.

Il Corso dura 5 anni.

Le Istituzioni che collaborano all'organizzazione del corso:
- MiBACT – Segretariato Regionale per l'Emilia-Romagna
- MiBACT- Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini.
- MiBACT – Polo Museale dell'Emilia-Romagna
- Fondazione Flaminia
- Fondazione RavennAntica
- Fondazione M.I.C. - Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza

Tra i percorsi formativi professionalizzanti previsti a livello ministeriale, presso la nostra sede sono attivati:
- Percorso mosaico (PFP1) materiali lapidei e derivati; superfici decorate dell'architettura.
- Percorso archeologico (PFP4) materiali e manufatti ceramici e vitrei, materiali e manufatti in metallo e leghe.

PIANO FORMATIVO
Entrambi i percorsi prevedono attività scientifiche e tecnico-pratiche, tra cui studio e inquadramento storico, costituzione materica e diagnosi dello stato di conservazione, mirate alla predisposizione ed esecuzione di un corretto progetto di intervento di restauro e/o di controllo e prevenzione dei processi di degrado. Per perseguire gli obiettivi previsti e per consentire allo studente di confrontarsi fin dall'inizio del corso con le problematiche relative al restauro, le attività pratiche di laboratorio vengono distribuite lungo l'arco dei cinque anni.

Per formare il restauratore sono, quindi, necessarie conoscenze e competenze in diversi ambiti e per ciascun percorso formativo sono previsti:

• in termini di CFU (totale 300):
180: didattica frontale e di laboratorio presso strutture e laboratori dell'Università di Bologna, svolti in ambito:
- umanistico (archeologia, storia, storia dell'arte)
- scientifico (biologia, chimica, fisica, geologia, informatica)
- giuridico (normativa riguardante i beni culturali, economia di impresa indispensabili per lo svolgimento della professione, sia in ambito di attività privata autonoma che in enti pubblici)
90: nei laboratori e cantieri di restauro
30: per la prova finale

• in termini di ORE (totale 4873 ore):
1873: didattica frontale e di laboratorio presso strutture e laboratori dell'Università di Bologna, svolti in ambito:
- umanistico (archeologia, storia, storia dell'arte)
- scientifico (biologia, chimica, fisica, geologia, informatica)
- giuridico (normativa riguardante i beni culturali, economia di impresa indispensabili per lo svolgimento della professione, sia in ambito di attività privata autonoma che in enti pubblici)
2250: nei laboratori e cantieri di restauro
750: per la prova finale (che prevede la preparazione di una tesi, che, di norma, ha carattere sperimentale e comporta un'attività di laboratorio o di ricerca “in campo” su un argomento connesso alla conservazione e restauro di beni culturali)

Sbocchi professionali
Il laureato magistrale è abilitato a svolgere le seguenti funzioni:
- definire lo stato di conservazione anche attraverso sopralluoghi e analisi dell'opera e del suo contesto;
- mettere in atto un complesso di azioni dirette e indirette per limitare i processi di degrado dei materiali costitutivi dei beni e assicurarne la conservazione, salvaguardandone il valore culturale;
- svolgere attività di ricerca, documentazione e archiviazione, di supporto ai successivi processi di lavoro;
- analizzare i dati relativi ai materiali costitutivi, alla tecnica di esecuzione ed allo stato di conservazione dei beni e li interpreta;
- progettare e dirigere, per la parte di competenza, gli interventi; eseguire direttamente i trattamenti conservativi e di restauro;
- dirigere e coordinare gli altri operatori che svolgono attività complementari al restauro;
- svolgere attività di ricerca, sperimentazione e didattica nel campo della conservazione;
- controllare le condizioni fisiche e ambientali di reperti e opere d'arte.

negli ambiti occupazionali indicati:
- Laboratori ed imprese di restauro;
- Istituzioni del Ministero dei Beni e Attività Culturali preposti alla tutela dei Beni Culturali (soprintendenze, musei, biblioteche, archivi, ecc.);
- Aziende ed organizzazioni professionali del settore;
- Istituzioni ed Enti di ricerca pubblici e privati operanti nel settore della conservazione e restauro dei beni culturali.


Presentazione del Corso di Studio

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Sbocchi lavorativi
Curatori e conservatori di musei - (2.5.4.5.3)
Restauratori di beni culturali - (2.5.5.1.5)